martedì 9 novembre 2021

"The Heir" e "The Crown" di Kiera Cass



Titolo: The Heir; The Crown
Autrice: Kiera Cass
Casa editrice: Sperling&Kupfer (Pickwick)
Genere: Distopico
Serie: The Selection #4; The Selection #5
Prezzo: 9.90€


Buon pomeriggio lettori,
oggi vi parlerò di “The Heir” e “The Crown”, ultimi due romanzi della serie “The Selection” di Kiera Cass.
Come ho anticipato nella recensione dei primi tre libri, questi ultimi due ho deciso di recensirli separatamente poiché raccontano la storia di un altro personaggio e non più quella di America e Maxon. La protagonista infatti è, se non avete letto i primi tre libri allerta spoiler, Eadlyn, la primogenita di America e Maxon.
Trama The Heir:
Sono passati vent'anni da quando America Singer ha partecipato alla Selezione e conquistato il cuore del principe Maxon. Ora, nel regno di Illéa, è tempo di dare inizio a una nuova competizione. Il Paese infatti è in difficoltà: il popolo è inquieto e infelice, la tensione cresce ogni giorno e la situazione è sempre più precaria. Solo una Selezione potrebbe risollevare gli animi dei sudditi e alleggerire l'atmosfera. E questa volta toccherà alla futura erede al trono, Eadlyn, scegliere tra i trentacinque pretendenti arrivati a Palazzo. Il re e la regina però non hanno fatto i conti con il carattere indipendente e determinato della giovane principessa, che non ha alcuna intenzione di assecondare questa farsa e lasciare decidere agli altri della sua vita. L'idea che la Selezione possa regalarle la stessa favola d'amore dei suoi genitori non la sfiora nemmeno. Ma scoprirà presto che il suo lieto fine non è poi così impossibile come aveva pensato...
Trama The Crown:
Nel regno di llléa è cominciata una nuova era. E una nuova competizione. A vent’anni di distanza dall'inizio dell'amore tra America Singer e il principe Maxon, infatti, è la loro primogenita, Eadlyn, a doversi confrontare con i trentacinque pretendenti arrivati a Palazzo per conquistarla. Ora, anche per lei, è giunto il momento della scelta più difficile. La sua unica speranza è che alla fine, in qualche modo, dovere e amore vengano a coincidere. Il tempo stringe, ma il cuore ha sempre un modo tutto suo di sorprenderci...
Recensione
La storia racconta la selezione dal punto di vista di chi deve scegliere, quindi non più da uno dei partecipanti. Questo aspetto mi ha incuriosita particolarmente, anche se forse avrei preferito leggere di alcuni eventi dei primi tre libri dal punto di vista di Maxon, poiché personalmente mi avrebbe incuriosita di più. 
A farmi desiderare maggiormente un punto di vista di Maxon, piuttosto che nuove vicende e una nuova selezione, è stata proprio la protagonista di questi ultimi due libri. 
È buffo essere il prodotto di una storia d’amore da favola, ma pensare di trovarcisi in mezzo è tutta un’altra cosa. Puoi leggere libri e vedere film e supporre di sapere come dovrebbe andare. Ma la verità è che l’amore è destino e pianificazione, bellezza e disastro. Per trovare un principe può essere necessario baciare un mucchio di rospi. Oppure scacciare di casa un mucchio di rospi a calci nel sedere. Innamorarsi può voler dire precipitarsi a capofitto in qualcosa che si è sempre voluto. Oppure saggiare titubanti qualcosa di cui si ha avuto paura per tutta la vita. Il lieto fine può aspettare in un prato largo chilometri. O in una finestra di soli sette minuti
Nel primo libro dedicatole, The Heir, Eadlyn risulta una bambina viziata che pensa solo a se stessa e non alla sua famiglia, o al popolo di cui più volte dichiara di essere la futura regina con non poca modestia. Per carità, la sicurezza in se stessi non fa mai male, ma la linea tra una buona autostima e pura presunzione è sottile, e Eadlyn la supera non poche volte.   
“Ecco perché l’amore era un sentimento terribile: perché rende deboli. E nessuno al mondo era più potente di me.”
Come ho già detto i primi tre libri non mi sono piaciuti particolarmente, ma la fastidiosa protagonista di questi ultimi due mi ha fatto rivalutare America e Maxon, facendomi anche venir voglia di rileggere la loro storia per darli un'altra possibilità.
Se dovessi scrivere io la trama di questo libro direi che racconta la storia di una bambina viziata che prova ad approcciarsi con 35 sfortunati ragazzi, riuscendo ad essere indecisa su tutto, passando dal non credere in se stessa a peccare di presunzione più volte. 
Ci siamo già approcciate all’indecisione di America e se quella per voi è stata troppa, allora scappate da questi ultimi due romanzi. Infatti se credevate che più indecisi della prima protagonista di questa serie non si potesse essere, beh, preparatevi a ricredervi con Eadlyn.

Ad oggi posso affermare di non aver ancora capito se a metterla in crisi fosse l’ampia scelta tra cui destreggiarsi o semplicemente se stessa. Come ho detto prima, lei più volte pecca di presunzione, andando in giro a dichiarare a chiunque di essere la futura regina, ma successivamente dubita di se stessa e si rimangia tutto mentalmente. Tra l’altro nel libro ripete spesso che avrebbe voluto che nascesse prima il fratello gemello, in modo che il suddetto trono andasse di diritto a lui ed io mi sono chiesta più volte durante la lettura: non potrebbe cederlo a lui? 

«Io sono la futura regina di Illéa. Non ho paura di niente.» Arretrò. «Continua a ripeterlo, Eadlyn, ma non sono sicuro che servirà a fartelo credere.»
Una tra le cose che ho trovato più fastidiose sono le tiare. Più volte nel mezzo dei due romanzi Eadlyn si sofferma sul raccontare quanto sia fastidioso che la seconda figlia di Marlee (migliore amica di America ed ex-partecipante della selezione di Maxon) le prenda senza permesso una delle sue tante tiare. È in questi momenti che mi sono chiesta perché Kiera Cass abbia deciso di non creare qualche dinamica in più per parlare di quella, al posto di soffermarsi su litigi stupidi per dei gioielli. Tra l’altro, per non farci mancare nulla, ci spiega anche che il problema per cui Eadlyn si arrabbia così tanto è che quest’ultima ha paura che la ragazzina ladruncola venga scambiata per una principessa. Solo a me tutto questo sembra assurdo?

In “The heir” la situazione è talmente delirante che in “The Crown” mi viene da dire che quasi migliora (anche perchè fare peggio sarebbe stato difficile, o quasi).

Quindi premetto che adesso, parlando solo ed esclusivamente di questo ultimo libro, ci potrebbe essere un briciolo di positività che tuttavia, vi posso assicurare, è solo dovuto al disastro precedente che, come ho detto, non poteva andare peggio.

Come se fosse uno strano incantesimo di chissà quale mago, Kiera Cass ci fa passare da una Eadlyn a cui non poteva importare minimamente dei partecipanti alla selezione, a una Eadlyn che quasi vive per loro. Infatti in quest’ultimo libro finalmente la protagonista si scioglie un po’ e addirittura riesce a divertirsi con i ragazzi

Oltretutto, come se la scrittrice si fosse accorta del danno fatto in “The Heir”, qui la nostra Eadlyn quasi quasi diventa più umile (anche se comunque questa parola non potrà mai andare a braccetto con lei). 

"Ciò che rende attraente una persona è il modo in cui ti fa ridere o come sembra ti sappia leggere nel pensiero."

Aspetti veramente, completamente, positivi? Kile (il primo figlio di Marlee), Henry (un partecipante della gara tenerissimo) e Hale (un altro partecipante che ho amato). 

La cosa negativa (oltre alla protagonista ovviamente)?  La fine. Da qui in poi vi avviso, potrei fare più spoiler. 

Partiamo dall’inizio che ha dato il via alla conclusione. Lei bandisce Kile dal palazzo per un anno, perché afferma che non vuole che lui rinunci alla sua vita per lei. 

Innanzi tutto, ma se lui vuole rimanere o andarsene saranno cavoli suoi? Per carità, sono stata felicissima di scoprire che lei in fin dei conti ha un cuore e che le interessa del bene dell’amico, ma se lui insiste talmente tanto che deve arrivare addirittura a bandirlo, due domande non se le fa? Non si chiede se forse il suo desiderio sarebbe stato rimanere con lei? Sono tra l’altro del parere che se le fosse davvero importato qualcosa di averlo al suo fianco, come ha avuto il potere di bandirlo in quanto regina, poteva benissimo avere il potere di sposarlo e permettergli allo stesso tempo di seguire la propria passione in qualche modo. Tutto questo mi è sembrato solo una scusa per non farla sembrare un idiota che fino a poco prima lo baciava, ma che in realtà non lo voleva affatto sposare. 

"Come ti senti? So che questo deve essere un periodo pazzesco per te."
"Non farlo", bisbigliai.
"Non fare che cosa?"
"Non rovinare tutto. Mi piace averti qui, ma non sto cercando un'anima gemella. Puoi stare zitto e continuare a baciarmi oppure puoi andare via." 
In questo momento, oltre ad essermi cadute le braccia e avermi spezzato il cuore (Kile rimane il mio preferito), è iniziata la parte che mi ha fatta innervosire maggiormente. 
Lei, stranamente, in questo libro scopre di amare Erik, aka Eikko. Seriamente? Per carità, non si sceglie di chi innamorarsi, ma allora a cosa è servito “The heir”? Tanto valeva farla innamorare subito di lui, come ha fatto a non accorgersene per tutto il romanzo precedente? Tralasciamo pure questo punto, ma cosa significa che una volta cacciato malamente Kile non chiede proprio ad Erik di sposarla? 
Lei va da Henri e lo chiede a lui, in quello che viene spacciato come atto di dovere verso popolo e selezione, quando in realtà è pura follia, perché se nelle ultime due pagine riesce a prendere la decisione di sposare Erik, come mai non è riuscita a farlo prima di illudere Henry?
Volevo parlare un po’ anche di scrittura e descrizioni, ma, oltre ad alcuni dialoghi che lasciano il tempo che trovano, devo ammettere che la Cass ha migliorato lo stile di scrittura in questi ultimi due libri, anche se continua a rimanere uno stile che non prediligo. 
"Sei consapevole che baciarti non significa che tu mi piaccia davvero e che non ti sposerò mai e poi mai?"
"Grazie al cielo"
"Risposta esatta"

Conclusioni? Sono del parere che si potevano evitare questi ultimi due libri, ma se proprio Kiera Cass aveva voglia di far tornare i lettori in questo mondo, raccontando nuove vicende, poteva scriverne massimo uno. Anche perché, visto la piega che la storia ha preso in The Crown, ritengo che The Heir non abbia proprio senso di esistere. Tuttavia questi libri mi hanno permesso di affermare che Eadlyn e le sue avventure mi hanno fatto amare America e Maxon, facendomi arrivare alla conclusione che in fin dei conti non erano il peggio del peggio. Per confermare la mia tesi, leggerò nuovamente i primi tre libri, sperando che mi lascino un impressione migliore della prima lettura. Rileggerò mai The heir e The crown? Assolutamente no.

Li consiglierei? A differenza dei primi tre romanzi, che alla fine potevo consigliare come lettura leggera, con un po’ di sano trash e momenti di nervosismo alternati tuttavia a momenti di dolcezza, per questi due mi viene da dire: assolutamente no. Io li ho presi perché ero curiosa, ma arrivati a questo punto posso dire che avrei preferito tenermi la mia curiosità e buttarmi più sulle novelle (che non leggerò perché di questa serie ne ho fin sopra i capelli).

Il mio voto? Un melograno, e anche se sto provando a convincermi di non fare la cattiva, non riesco proprio a darne di più.


Scusate il mio sfogo, lettori, ma ne avevo proprio bisogno😂.
Alla prossima recensione, sperando che sia positiva,
Jess💓

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